Le opere di Roberto Bosco
Testo di Roberto Bosco
La grande avventura artistica del Novecento sta per finire e in diverse misure ne raccogliamo la complessa eredità volenti o nolenti. Bisogna sempre fare i conti con il passato per essere consapevoli del presente, oggi esercizio intellettuale quanto mai arduo se non impossibile a causa dell’estrema confusione dei linguaggi che hanno la caratteristica fondamentale, nessuno escluso, di collassarsi nel preciso momento in cui tentano di esprimere un significato, una estetica. Qualcuno ha deciso che l’arte ha superato l’arte … e gli artisti vivono un mal celato stato confusionale che esorcizzano o almeno credono di farlo cucendosi addosso, con pazienza certosina, grigie vesti da demiurgo che possono impressionare soltanto i polli da batteria che, purtroppo, oggi sono tanti … se non troppi. Che fare? Gettare dunque pennelli e colori alle ortiche e andarsene in qualche landa deserta ad accudire le pecore che hanno la benevolenza di darti, senza chiedere nulla, lana e formaggio? E una tentazione forte e talvolta assai convincente che si sposa con quella voglia di silenzio totale che è diventato per tutti noi un bene talmente remoto che si stenta a credere che esista ancora. Dipingere è oggi, per certi versi, ancora più difficile di ieri. Gli odierni parametri culturali ed estetici sembra che non contemplino più questa attività è …roba che continuano a fare alcuni testardi, quasi di nascosto, in banali appartamenti condominiali distanti anni luce, nello spazio e nel tempo, dai luoghi deputati al fare creativo e anche questo è un problema di difficile soluzione. Quello che oggi tira e ti fa notare è la cosiddetta installazione (di pietra, di ferro, di plastica, di materiale da riporto…) o l’espressione cibernetica e multimediale che ha l’onore dei musei delle gallerie dependance, di salotti altolocati e blasonati dove la più stupida chiacchiera diventa, per misteriose alchimie, rinnovamento estetico e nuova e sorprendente visione globale del mondo…, che si ritrovano poi espresse compiutamente e didatticamente in cose … cosette…cosoni alle biennali quadriennali … e giù di lì … e alcuni critici alla moda, che in verità potrebbero seriamente rinverdire i fasti perduti dell’avanspettacolo, fanno automaticamente tutto il resto con la complicità del nostro allegro sistema economico culturale. Non c’è scampo! … Tanto tempo fa una vecchia pazza urlava al mondo: “solo Gesù Cristo ci potrà salvare” … ma credo sinceramente che il figlio di Dio non abbia avuto il tempo di ascoltarla. Comunque, dipingere resta a dispetto di tutto e di tutti tra le attività più nobili che l’uomo possa esercitare. È un autentico e incondizionato atto d’amore, la manifestazione più alta della gioia di appartenere al mondo … di essere nella natura, di partecipare ai suoi colori portando con sé il gusto del gratuito (nella sua significazione più alta e leggera), dell’impossibile, della meraviglia che non accetta giustificazioni, sproloqui … grazie alla sua semplice evidenza. In sostanza la considerazione più saggia che si può fare di un quadro è che sia brutto o bello … e aver ben presente che dietro la tela c’è soltanto il telaio.